venerdì 30 maggio 2014

Pulizie condominiali Sassari

Le pulizie condominiali comprendono diversi settori: la spazzatura dei pavimenti, il lavaggio dei pavimenti, la spazzatura dei cortili interni ed esterni, spazzatura cantine e il lavaggio vetri e davanzali.
Tutto questo fa parte delle pulizie condominiali. In casi particolari bisogna aggiungere il lavaggio completo degli ascensori o la lucidatura del pavimento.
 
Cosa succede molto spesso tra i condomini?
Nell’assemblea condominiale si può decidere l’affidamento del servizio di pulizia ad una ditta esterna, per la pulizia delle parti comuni, oppure per il fai da te, ossia per la pulizia a turni da parte del singolo condomino.
Purtroppo le turnazioni sono belle finchè durano!!, cioè finchè tutti i condomini le fanno regolarmente è tutto a posto, ma quando per un motivo qualunque uno decide di non farle scattano litigi e discussioni.

Ecco cosa dice il codice civile.
Per l’articolo 1117 del codice civile, le scale sono di proprietà dei condomini, compresi quelli con locali al piano terreno e anche con accesso esclusivo dalla strada, a meno che non risulti il contrario dagli atti di acquisto o dal regolamento condominiale di natura contrattuale.
Tutti, quindi, devono contribuire alla pulizia, manutenzione e ricostruzione delle scale, e le spese devono essere sostenute e ripartite tra tutti.
I criteri di ripartizione delle spese per la pulizia, da fare eseguire anche da un’impresa, sono spesso argomento oggetto di discussione e fonte di litigi tra vicini, specie se il regolamento condominiale non prevede nulla in proposito.
Dato che la pulizia è assimilabile a una vera e propria manutenzione, i criteri di spesa da applicare sono quelli previsti dall’art. 1124 c. c.: “Le scale sono mantenute e ricostruite dai proprietari dei diversi piani a cui servono. La spesa relativa è ripartita tra essi, per metà in ragione del valore dei singoli piani o porzioni di piano, e per l’altra metà in misura proporzionale all’altezza di ciascuno. La ripartizione delle spese per la pulizia delle scale secondo quanto previsto dall’art. 1124 cod. civ., poi, è conforme alla ratio di tale disposizione, la quale va individuata nel fatto che, a parità di uso, i proprietari dei piani alti logorano di più le scale rispetto ai proprietari dei piani più bassi, per cui contribuiscono in misura maggiore alla spese di ricostruzione e manutenzione. Ugualmente, a parità di uso, i proprietari di piani più alti sporcano le scale in misura maggiore rispetto ai proprietari dei piani più bassi, per cui devono contribuire in misura maggiore alle spese di pulizia”.
Fonte: ggmservizi.com
 

giovedì 29 maggio 2014

Traslochi Sassari

Conto alla rovescia per il trasferimento della biblioteca universitaria di Sassari. Da lunedì 26 maggio i locali che l'hanno ospitata saranno chiusi al pubblico per consentire il trasloco dei volumi e delle apparecchiature nella nuova sede di piazza Fiume, nei locali dell'ex ospedale Santissima Annunziata. Tutti i servizi al pubblico, come la lettura in sede, la distribuzione, il prestito e le informazioni bibliografiche sono dunque sospesi e saranno riattivati nella nuova sede. Si prevede che la biblioteca di piazza Fiume possa riaprire per lunedì 30 giugno.
Nel frattempo sul web si assiste a un noiosissimo dibattito sull'intitolazione delle nuova struttura. Da un lato c'è un appello di politici, professori e intellettuali, nel quale si chiede che la biblioteca venga dedicata a Enrico Berlinguer, storico segretario del Pci. Su un altro fronte, un secondo appello che chiede l'intitolazione a una figura simbolo della letteratura: Grazia Deledda. Si tratta, in realtà, di un dibattito poco efficace per almeno due motivi. In primo luogo perché la scelta finale sull'intitolazione spetta ai vertici del Ministero dei Beni Culturali, e quindi è una decisione che non può essere certamente condizionata da una raccolta di firme lanciata a Sassari. E poi perché sarebbe il caso di ricordare che è la storia stessa della biblioteca a indicare il nome del personaggio più autorevole per rappresentarla: Alessio Fontana, il funzionario della cancelleria imperiale di Carlo V, che nel 1558 destinò un lascito di volumi alla fondazione di un Collegio gesuitico. Il nucleo storico della Biblioteca comprende circa 1500 manoscritti, 74 incunaboli, 3500 edizioni del Cinquecento, 4600 edizioni del Seicento. Un patrimonio inestimabile che oggi, senza Alessio Fontana, sarebbe disperso in mille rivoli. Ecco perché non c'è bisogno di raccolte incrociate di firme: basta il buon senso per capire che la biblioteca universitaria di Sassari dovrebbe portare il nome dell'unico uomo che ha contribuito alla sua nascita. Al momento Sassari ha dedicato alla memoria di Fontana una via nel centro storico cittadino e la casa dello studente di via Coppino: è giunto ora il momento di tenere in considerazione questa importantissima figura anche in un luogo di studio e di ricerca come la nuova biblioteca di piazza Fiume.
Fonte: sassarinotizie.com

mercoledì 28 maggio 2014

Gestione magazzini economali Sassari

La conservazione e distribuzione dei materiali approvvigionati dall'Economato avviene negli appositi locali adibiti a magazzini economali posti sotto la direzione del responsabile del servizio economato ed affidati a dipendenti consegnatari, responsabili della quantità dei materiali esistenti e della loro buona conservazione.
Il dipendente responsabile dei magazzini deve curare la presa in consegna dei materiali, effettuando le opportune verifiche qualitative e quantitative, e provvedere alla ordinata disposizione degli stessi affinché si possa facilmente provvederne alla movimentazione ed al controllo.

Scorte di magazzino
La costituzione delle scorte di magazzino viene effettuata in base ai piani di approvvigionamento, ai tempi programmati per le consegne ed i pagamenti, ai fabbisogni ricorrenti dei vari servizi comunali.
Il Provveditore - Economo ha ogni facoltà a tal fine necessaria, dovendo tempestivamente assicurare l'approvvigionamento ordinario di tutti i servizi comunali, senza tuttavia costituire depositi eccessivi di materiali che possono deteriorarsi, risultare superati tecnicamente, impegnare mezzi finanziari eccessivi per il loro acquisto.
 
Contabilità di magazzino
La contabilità dei magazzini viene tenuta, sotto la direzione del responsabile del Servizio Economato, dal dipendente responsabile degli stessi.
L'assunzione in carico del materiale avviene in base alla documentazione che accompagna gli approvvigionamenti, dalla quale sono desunti gli elementi da registrare.
Il discarico viene documentato dalle bollette di consegna ai servizi, firmate da riceventi e dalle quali vengono tratte tutte le indicazioni da registrare.
Nella contabilità vengono registrate per singole voci:
a) la consistenza iniziale accertata con l'inventario;
b) le immissioni successive;
c) i prelevamenti;
d) le rimanenze.
Alla fine dell'esercizio, alla presenza del Responsabile del Servizio Economato, il magazziniere provvede all'inventario del magazzino, redigendo apposito verbale che viene firmato da entrambi i predetti.
6. Le risultanze dell'inventario vengono verificate con le rimanenze risultanti dalla contabilità di magazzino.
7. Per le eventuali differenze accertate il Responsabile del Servizio Economato, esprimendo sulle stesse le proprie valutazioni ed indicando il valore economico di tali differenze, riferisce al Responsabile del Servizio Finanziario il quale assume le decisioni del caso.
8. Nel caso di cessazione dall'incarico del responsabile dei magazzini, si procede ad un inventario straordinario, in presenza del dipendente che cessa dall'incarico e di quello che subentra, che sottoscrivono l'inventario stesso assieme al Provveditore - Economo.
 
Verifiche dei magazzini
Il Provveditore - Economo, o per suo incarico il Vice Provveditore - Economo, mediante periodiche verifiche tendenti all'accertamento, a campione, della rispondenza della contabilità di magazzino con i materiali depositati, verificherà che tutte le operazioni di magazzino sì svolgano regolarmente.
Le verifiche si estendono all'accertamento della buona conservazione e manutenzione dei materiali depositati e della loro distribuzione che deve avvenire dando la precedenza a quelli introdotti da più tempo.
Viene inoltre accertato che per i materiali non più suscettibili di proficua riparazione ed inservibili sia fatta da parte del magazziniere la proposta per la dichiarazione di fuori uso.
Nelle verifiche periodiche, che avranno frequenza almeno semestrale, si procederà all'accertamento, a campione, della rispondenza della contabilità di magazzino con i materiali depositati.

Fonte: comune.jesolo.ve.it
 
 

martedì 27 maggio 2014

Pulizie e sanificazioni industriali

In ogni campo si svolga la nostra attività, viene sempre richiesto un documento che attesti la nostra preparazione. È difficile che nel curriculum - o rispondendo a colloqui di lavoro - non appaiano voci relative al titolo di studio conseguito, qualcosa che comprovi una specifica attitudine a svolgere il ruolo per cui ci presentiamo. E se molto spesso il lavoro ci porta lontano dall’impiego preventivato dal corso di studi, tuttavia “quel” pezzo di carta che attesta un percorso effettuato rimane come solida base di qualificazione. Il mondo del lavoro è cambiato e sta velocemente modificando i suoi parametri; ciò che non cambia è il concetto comune che, per lavorare, è necessario avere un qualche tipo di formazione. Tutto vero per la massima parte dei posti di lavoro. Non lo è più quando si parla di chi deve operare nel settore delle pulizie professionali. Come se non fosse necessaria una qualifica per occuparsi di qualcosa che riguarda la salute in primis, e quindi il benessere, la sicurezza di chi vive e lavora nei luoghi affidati agli operatori delle pulizie. Questo in Italia. Perché nel nostro paese sappiamo bene lo scollamento che esiste tra il mondo del lavoro e quello dell’istruzione. In un momento difficile come quello attuale, con la disoccupazione giovanile che gravita intorno al 30%, un campo che potrebbe aprire molte porte viene ostinatamente rifiutato in quanto non attrattivo, poco qualificato e anche, diciamolo, poco dignitoso. Questa è la percezione che si ha del lavoro della pulizia professionale. Per esempio, quando entriamo in una sala operatoria diamo per scontato che - oltre alla sterilità di ferri, teli, camici… - l’igiene e la sanificazione dell’ambiente sia perfetta. Ma è realmente così?
È una domanda provocatoria, se vogliamo, in quanto i programmi di formazione esistono (in genere demandati alle singole imprese od organizzazioni varie): ciò che manca è lo “status” ufficiale definito da questa formazione, perché non esiste una “formalizzazione” della qualifica professionale per gli addetti alle pulizie professionali.
La figura tanto auspicata del “tecnico d’igiene” è ancora di là da venire.

Qualche riflessione
Perché in Italia siamo così indietro? Eppure, esempi vicini (Francia, Belgio, Svizzera, Germania…) segnano la strada da seguire. Ma in Italia non c’è neppure un Dipartimento a cui fare riferimento. Come se il settore delle pulizie professionali fosse invisibile. Questo vale per tutto il comparto, nonostante le cifre parlino chiaro: 1,5 miliardi di euro il fatturato della produzione 2011 (dati AfidampFAB), che sale a 2,3 miliardi con l’indotto, per un totale di 30.000 addetti. E il giro d’affari delle imprese di servizi è di 9,5 miliardi con oltre 430.000 addetti. Inoltre, quello del cleaning professionale è un settore in continuo sviluppo, sia per le nuove tecnologie messe a disposizione, sia perché la pulizia sempre più deve tenere conto dell’impatto ambientale, della sicurezza, della sostenibilità…

La realtà della formazione
Da un’indagine commissionata a Ispo (Istituto di ricerca sociale, economica e di opinione, guidato da Renato Mannheimer) da Afidamp Servizi e presentata a Milano lo scorso marzo al Forum Pulire - workshop dedicato alla pulizia come valore assoluto e organizzato da Afidamp - è emerso che l’83% di chi si occupa delle pulizie professionali non ha formazione specifica e il 95% utilizza strumenti e prodotti di uso casalingo. Il che sta a significare due cose: scarsa - o nulla - conoscenza del fatto che pulizia domestica e pulizia professionale sono concetti diversi e che c’è una forte mancanza di formazione nel settore. Come ribadisce Sergio Antoniuzzi, titolare di Icefor, azienda di prodotti chimici: «Noi vendiamo igiene, che è una branca della medicina». E lamenta che nel comparto siano pochi quelli che rispettano regole e certificazioni…per garantire agli operatori prodotti realmente efficaci.
Fonte: dimensionepulito.it

lunedì 26 maggio 2014

Gestione archivi cartacei

Il conto alla rovescia è partito. Dal 6 giugno in avanti la Pubblica Amministrazione accetterà solo fatture in formato digitale. Una vera e propria rivoluzione che chiama le imprese a un adeguamento in tempo rapidi, anche perché non sembrano esservi margini per proroghe o per un periodo in cui vecchie e nuove tecnologie conviveranno, considerato che le prime prove sul campo sono state molto positive e la normativa di dettaglio è quasi completa.
Cosa cambia
Ogni anno la Pa gestisce all’incirca 600 miliardi di fogli, appartenenti a un migliaio di differenti tipologie. Questo significa costi considerevoli per l’acquisto della carta, la stampa, ma soprattutto la catalogazione dei documenti. Occorrono personale chiamato e locali adeguati per la conservazione, il tutto in una fase in cui l’urgenza è divenuta la riduzione della spesa pubblica, che ormai assorbe oltre la metà della ricchezza prodotta ogni anno nella Penisola. Con evidenti conseguenze sulla pressione fiscale per famiglie e imprese.
Questa premessa aiuta a inquadrare le ragioni alla base del processo di fatturazione elettronica e alla previsione del suo obbligo a partire dal 6 giugno. Da quella data, i circa due milioni di fornitori della Pa centrale e locale non avranno alternativa alla redazione e trasmissione della documentazione secondo i dettati normativi. In caso contrario (quindi anche in presenza di errori formali), gli uffici pubblici non potranno accettare le fatture, e pertanto non potranno procedere al pagamento, neppure parziale.
Come funziona
Il baricentro delle comunicazioni tra Pa e fornitori sarà costituito dallo Sdi (Sistema di interscambio) gestito dall’Agenzia delle Entrate, un postino virtuale incaricato di prendere in carico le fatture elettroniche e smistarle all’ufficio preposto. La compilazione della fattura dovrà avvenire rispettando la struttura richiesta dallo Sdi e attraverso l’inserimento del codice Ipa, identificativo dell’ufficio di destinazione. L’obbligo della procedura riguarderà in un primo momento solo i ministeri, gli enti nazionali di previdenza e assistenza sociale, le agenzie fiscali e gli istituti di istruzione statale. Tutte le altre Pa, come regioni, province, comuni, gestori di servizi di pubblica utilità, forze di polizia a ordinamento civile e militare per la tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica si accoderanno il 6 giugno 2015.
I benefici attesi
La fatturazione elettronica promette risparmi importanti legati alla riduzione dei tempi di gestione della fattura, da quelli necessari per la protocollazione e il recupero documenti per riconciliazione, a quelli per l’approvazione e la registrazione dei documenti.
L’Osservatorio fatturazione elettronica e dematerializzazione del Politecnico di Milano stima i soli risparmi in termini di manodopera in circa 14 euro a fattura per la Pa e 4-5 euro per i fornitori, visto che si potranno evitare le attività di stampa e l’imbustamento, senza considerare il tempo perso allo sportello, se non si tratta addirittura di fare la spola tra un ufficio all’altro alla ricerca di quello giusto. Va poi considerato il risparmio legato all’eliminazione dei costi di gestione e archiviazione, dai materiali all’archivio cartaceo passando per la protocollazione e la conservazione, che l’Osservatorio stima in 3 euro sia per la Pubblica Amministrazione che per i fornitori.
I risparmi totali possono in realtà arrivare a 1,5 miliardi di euro ogni anno, considerando l’aumento di produttività che possono conseguire i dipendenti pubblici sgravati di queste incombenze e quelli delle aziende che si interfacciano con la Pa.
Senza considerare che questa innovazione può costituire la leva per estendere le logiche della digitalizzazione fra la Pa e i suoi fornitori (compresi gli interventi sui processi autorizzativi), che garantirebbero almeno 6,5 miliardi di minori costi ogni anno. Per fare un paragone, si tratta della cifra che il Governo ha messo sul piatto per ridurre il cuneo fiscale. Un altro intervento di questa portata potrebbe restituire competitività al costo del lavoro in Italia, o magari essere impiegato nella strategia di riduzione del debito pubblico, con un risparmio in termini di interessi da corrispondere.
Incombenze per i fornitori
La palla ora passa ai soggetti che hanno rapporti d’affari con il settore pubblico. I fornitori avranno a disposizione due strade per adempiere all’obbligo, con la scelta che sarà in buona parte legata al numero di fatture inviate annualmente alla Pubblica Amministrazione. Chi ne invia poche probabilmente si affiderà al dispositivo messo a punto gratuitamente dall’Agenzia delle Entrate, che consente di generare le fatture elettroniche. Il limite di questo sistema è nella difficoltà di integrazione con i gestionali delle singole aziende. L’omogeneizzazione va fatta fattura per fattura e questo potrebbe spingere i fornitori più attivi a dotarsi di una soluzione ad hoc, che consenta un flusso integrato e un invio automatico. Sul mercato vi sono diverse offerte di dispositivi, che affidano a una società informatica la gestione di tutte le procedure.
 
L’evoluzione normativa
A spingere per la fatturazione elettronica è l’Unione Europea, che punta a migliorare così l’efficienza del mercato. La Direttiva Iva 2010/45 è stata recepita in Italia il 1° gennaio 2013; in quell’occasione è stata fissata la data del 6 giugno 2014 come avvio dell’obbligo di fatturazione elettronica verso quasi tutte le Pubbliche Amministrazioni centrali e per gli enti periferici emanazione delle stesse. Nel corso degli ultimi due anni sono arrivate altre norme a definire il quadro di applicazione della fatturazione elettronica fino al decreto (Dpcm 3 dicembre 2013) indicante le “Regole tecniche in materia di sistema di conservazione”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 12 marzo scorso.
Con la circolare n.1/2014, poi, il Ministero dell’Economia, di concerto con il Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, ha deciso di concedere tre mesi di tempo agli uffici pubblici per gestire tutte le fatture emesse prima del 6 giugno. Per le aziende, dunque, non sono previste proroghe. La circolare fornisce inoltre indicazioni operative per il caricamento delle anagrafiche degli uffici adibiti alla ricezione delle fatture elettroniche nell’Indice delle Pubbliche Amministrazioni, l’emissione della fattura elettronica, il divieto di pagamento in assenza di fattura elettronica e il trattamento dei casi in cui risulti impossibile, per ragioni tecniche, il recapito della fattura elettronica all’amministrazione.
Fonte: espansioneonline.it

venerdì 23 maggio 2014

Montaggio mobili Sassari


Tra i servizi che vengono spesso compresi nelle operazioni di trasloco figura il montaggio dei mobili ovvero una serie di azioni piuttosto complesse e delicate, soprattutto perché spesso non è disponibile il libretto con le istruzioni. Le aziende esperte nel settore dei traslochi spesso hanno maturato anche una grande esperienza nelle operazioni di smontaggio e di montaggio dei mobili dei clienti che hanno richiesto il servizio. Tali aziende sono, al riguardo, in grado di offrire un servizio attento e accurato, anticipatamente pianificato sotto ogni aspetto.
Le operazioni di smontaggio e di montaggio mobili richiedono esperienze e competenze, pertanto sono praticate da un personale esperto con maturata esperienza nel campo. Le risorse assegnate a tale attività in genere possiedono competenze nel settore della falegnameria e appurate abilità manuali, oltre che la capacità di avere una visione prospettica degli spazi, funzionale al posizionamento dei mobili che sono già in possesso dei clienti ai nuovi spazi lavorativi o abitativi. Nello specifico i servizi concernono ogni tipologia di mobile, dalle cucine agli studi, dai mobili antiquari a quelli moderni e di design, ai semplici armadi e letti. Le attrezzature impiegate nelle operazioni sono progettate per compiere l’attività in assoluta sicurezza e in modo accurato, al fine di non danneggiare la merce dei clienti. Le ditte che si occupano di traslochi e di smontaggio e montaggio mobili offrono anche il servizio di deposito merci mettendo a disposizione appositi magazzini per la conservazione delle stesse, qualora i tempi di trasloco dovessero protrarsi. I servizi sono offerti con tempistiche di esecuzione molto rapide e prezzi piuttosto competitivi.

giovedì 22 maggio 2014

Logistica Sassari

Riportiamo di seguito il pensiero di Luca Roverati, segretario Filt-Cgil Ferrara:
Vorremmo segnalare ancora una volta il preoccupante e dilagante fenomeno dell’illegalità e delle infiltrazioni malavitose negli appalti del settore trasporto merci e logistica, settore che occupa i lavoratori più deboli più bistrattati, più sfruttati, meno remunerati e più facilmente sottoponibili a ricatti.
Il modus operandi di queste società è fatto di nefandezze di tutti i In questo settore esistono situazioni indegne di un mondo civile. Il lavoro nero, la contraffazione, la corruzione, il caporalato, l’usura, l’evasione fiscale, il riciclaggio, la concorrenza sleale, danni contributivi pesanti e danni economici, trovano terreno fertile.
La nostra Organizzazione e la Cgil tutta, sono molto attente a queste situazioni, ma spesso siamo ostacolati dalla diffidenza dei tanti lavoratori che ci contattano, i quali sono sempre più restii nel dirci per chi lavorano, per paura di ripercussioni contro la persona, contro le famiglie e paura di perdere una occupazione – la quale – nonostante li privi di diritti e di dignità, almeno consente loro di poter consumare un pasto caldo.
Questo non succede solo contro i lavoratori extracomunitari o stranieri, ma contro tutti, italiani compresi!
Bisogna a tutti i costi, con forza, contrastare questo dilagante fenomeno, contrastare la nascita di cooperative spurie – le quali – come l’araba fenice, chiudono oggi, e domani risorgono dalle proprie ceneri, cambiando ragione sociale, spesso intestate a persone extracomunitarie irraggiungibili o a società di scopo.
Questa incessante crescita, provoca un preoccupante e non più sostenibile fenomeno di Dumping contrattuale a discapito delle aziende regolari e di casa nostra, destrutturando il già debole tessuto industriale locale.
E’ indispensabile mettere insieme istituzioni, realtà imprenditoriali e sindacato, puntando sulla forza dell’associazionismo per il contrasto all’illegalità.
Nell’autunno prossimo, all’interno di una serie di iniziative promosse dalla FILT-CGIL Regionale e dalla CGIL, intitolata “Infiltrazioni Legali”, a Ferrara, promuoveremo una iniziativa sul tema, in modo di sensibilizzare tutti su questo preoccupante, non accettabile e insostenibile fenomeno, che, di fatto, nega i diritti ai lavoratori e soffoca le aziende rispettose delle regole.

mercoledì 21 maggio 2014

Sfalcio erba Sassari

Il taglio dell’erba si può effettuare raccogliendo tutta l’erba di risulta ed eliminandola (un composter può essere ottimo per questo tipo di rifiuti verdi), oppure lasciando l’erba sul prato; nessuno dei due metodi è migliore dell’altro, ma dipende da come e quando tagli l’erba, e da quanta ne produci. In genere, i tosaerba in commercio, sono dotati di un capiente sacco, in cui si raccoglie l’erba tagliata, che viene poi portata alla discarica comunale o nel composter di casa; in entrambi i casi, l’erba diverrà composter, ovvero un ottimo prodotto fertilizzante. Nel caso in cui l’erba non venga raccolta, si effettua il cosiddetto mulching, ovvero si lascia l’erba sul prato, in modo che rilasci l’umidità che contiene, e si decomponga, lasciando anche i Sali minerali.
Nel primo caso, non importa quante volte all’anno effettuiamo il taglio dell’erba, non importa se abbiamo un prato a foglie sottili o un prato a foglie tonde (dichondra o trifoglio), non importa se decidiamo di tosare il prato molto basso o se invece decidiamo di lasciarlo alto; il metodo “tradizionale” di tosatura dell’erba, che comporta la rimozione della stessa va sempre bene, funziona sempre nella stessa maniera, e non presenta alcuna problematica.
Invece il mulching ha migliori effetti in alcuni casi particolari, e non è indicato in altri; questo perché, se l’erba tagliata è molto lunga, e il nostro tosaerba produce dei piccoli mucchietti, l’erba tenderà a decomporsi lentamente, rimanendo sul prato a lungo, soprattutto poi in caso di pioggia nei giorni successivi al taglio dell’erba; capita in questi casi che i mucchietti di erba vadano in putrefazione, causando cattivo odore e spesso anche l’ingiallimento dell’erba sottostante. Il mulching infatti si pratica molto sui tappeti erbosi che vengono tagliati spesso, dove l’erba di risulta è corta, oppure dove viene tagliata con appositi tosaerba che la sminuzzano, e la spargono bene su tutto il tappeto erboso, e non ammonticchiata; ovviamente, il taglio dell’erba in questi casi deve venire praticato in giornate no piovose, e non dovrebbe piovere neppure nei giorni successivi al taglio e al conseguente spargimento dell’erba sul prato. Oltre a questo, il mulching sembra non avere successo sui tappeti erbosi a foglia tondeggiante.
Fonte: giardinaggio.it
 

lunedì 19 maggio 2014

Facchinaggio

Pubblichiamo di seguito un interessante servizio tratto da bologna2000.com:
AGCI Servizi, Federlavoro e Servizi-Confcooperative e Legacoop Servizi dell’Emilia Romagna esprimono viva soddisfazione per l’approvazione, da parte dell’Assemblea Legislativa, delle nuova Legge regionale sul facchinaggio e la movimentazione delle merci. “Sebbene non rappresenti la panacea di tutti i mali – dichiarano i presidenti delle Associazioni di settore Massimo Mota, Daniele Passini e Alberto Armuzzi – questa norma può costituire un utile strumento per promuovere la legalità e la responsabilità sociale in questi settori, arginare il fenomeno delle cosiddette ‘cooperative spurie’ e contrastare la concorrenza sleale. Un provvedimento importante, nonostante la limitata potestà legislativa di cui dispone la Regione in materia, di carattere promozionale che non si sovrappone agli strumenti repressivi già esistenti ma li rafforza. Tutto ciò allo scopo di accreditare nei confronti del mercato e delle istituzioni le cooperative che operano nel pieno rispetto della legge ed applicano i contratti collettivi, promuovere i comportamenti virtuosi delle imprese e coadiuvare l’attività ispettiva per il contrasto alle false cooperative ed alle forme irregolari di utilizzo dei lavoratori. Questo favorendo una maggiore cooperazione interistituzionale ed una più stretta collaborazione tra pubblico e privato”. “A tale proposito – sottolineano le Associazioni di settore delle tre centrali cooperative regionali – la nuova legge prevede, tra le varie misure, l’istituzione di un elenco di merito a cui possono aderire in forma volontaria tutti gli operatori della logistica in possesso dei requisiti di legalità e responsabilità sociale certificati da una apposita Consulta composta da istituzioni, parti sociali, rappresentanti delle imprese committenti ed Enti deputati al controllo”. Le aziende iscritte a questo elenco hanno diritto ad accedere a un sistema di premialità per quanto concerne i bandi finalizzati alla concessione di contributi. “La norma sul facchinaggio approvata dall’Assemblea Legislativa regionale – concludono i responsabili della cooperazione – giunge a compimento di un percorso intenso e partecipato avviato su iniziativa della Giunta, in risposta alle istanze delle parti sociali ed in particolare della cooperazione, le cui imprese di facchinaggio rappresentano oltre il 70% del settore. L’approvazione di questa legge dimostra che dove sono presenti parti sociali responsabili e istituzioni attente si può offrire una pronta risposta alle esigenze di una società in rapida e profonda evoluzione. L’efficacia della nuova legge sul facchinaggio e la logistica dipenderà ora in gran parte dall’impegno di questi due importanti protagonisti a cui è demandata la piena applicazione della norma”.

venerdì 16 maggio 2014

Traslochi Sardegna

Di seguito un interessante articolo tratto da ideare-casa.com relativo al costo del trasloco:
Un conto alla rovescia ragionato per arrivare preparati alla data del trasloco: ecco come orientarsi per affrontare al meglio ogni aspetto.
Quando si decide di traslocare o di andare a vivere da soli per la prima volta, ci si confronta inevitabilmente con una serie di problemi pratici, facilmente risolvibili con una buona organizzazione. La cosa più importante è iniziare a prepararsi con largo anticipo tenendo conto anche dei dettagli.
In una gamma di servizi che si fa sempre più articolata e complessa, bisogna imparare a destreggiarsi, concentrando l’attenzione soprattutto su tempi e costi. Per essere sicuri di avere tutto sotto controllo, conviene iniziare ad attivarsi alcuni mesi prima della data fatidica.
Se si ha la possibilità di scegliere il periodo dell’anno in cui traslocare, considerare che i mesi invernali e quelli estivi sono consideati di bassa stagione, per cui è possibile contenere i costi.

Preventivi a confronto

Conviene contattare diverse imprese già tre mesi prima della data prevista. Perché con tanto anticipo? Per avere la possibilità di chiarirsi subito le idee sulle modalità del trasloco, confrontando prezzi e servizi.
I costi variano in modo sostanziale a seconda che il lavoro si possa svolgere in mezza giornata o richieda la giornata intera e anche in funzione del personale e dei mezzi necessari per portarlo a termine. Preventivi dettagliati e precisi vengono in genere forniti solo in seguito a un sopralluogo da parte dell’impresa. Nel caso se ne richieda più di uno, accertarsi che includano tutti le stesse voci.
I preventivi molto alti possono scoraggiare, ma  in molti casi quelli troppo bassi sono forniti da ditte che non lavorano in modo ottimale.

Quali voci devono essere comprese nel preventivo

Nel preventivo è necessario che siano conteggiati:
  • costo giornaliero del servizio in relazione al personale impiegato;
  • numero di giorni e ore di lavoro necessari;
  • descrizione e prezzo del materiale utilizzato per l’imballo;
  • tempi e modalità delle operazioni di disimballo;
  • costo per eventuale smontaggio e rimontaggio dei mobili;
  • impiego e costo giornaliero dei mezzi automatizzati;
  • impegno a pulire i locali una volta terminate le operazioni;
  • modalità e tempi di trasporto;
  • rimozione del materiale d’imballaggio utilizzato;
  • importo dell’assicurazione.

Gli aspetti da considerare in un trasloco

In base alla quantità di mobili da spostare e alle difficoltà del trasloco, si può decidere di fare tutto o quasi da soli oppure affidarsi in parte o totalmente all’impresa.

Trasloco Fai da te

Se si tratta solo di trasportare pochi pezzi, ci si può organizzare anche da soli, con un mezzo di proprietà. Se si sceglie questa soluzioni, la spesa si riduce all’acquisto del materiale di imballo. Bisogna però considerare che, se non si ha molta esperienza, si potrebbero incontrare delle difficoltà a smontare e rimontare i mobili.
In alternativa al mezzo proprio, si può preventivare il noleggio di un furgone adatto al trasporto, anche prevedendo di effettuare diversi viaggi.

Con l’aiuto dei mezzi adatti

Si può scegliere di imballare tutto da soli e utilizzare per il trasporto i mezzi forniti dall’impresa, come furgoni, scale ed elevatori e chiedere l’aiuto dell’operatore. In questo modo si possono risolvere i problemi legati per esempio al piano in cui è ubicato l’appartamento, ma bisogna comunque impegnarsi in prima persona per l’imballaggio, il carico e lo scarico del mezzo.
Resta solo da imballare
In questo caso ci si occupa personalmente solo dell’imballaggio dei beni da trasportare, mentre l’agenzia penserà a caricare il tutto, a trasportarlo nella nuova casa e a scaricarlo. In genere in questo tipo di preventivo vengono compresi anche i servizi di smontaggio e rimontaggio dei mobili una volta a destinazione, mentre per gli altri oggetti, come per esempio libri, stovaglie e abiti, è necessario prendere accordi precisi sia per quanto riguarda il trasporto, sia per la sistemazione una volta arrivati nelle nuova casa.
Formula tutto compreso
In questo caso è l’agenzia a occuparsi di ogni aspetto del trasloco. Il personale specializzato imballerà oggetti e mobili, li trasporterà e li risistemerà nella nuova casa. Naturalmente, in uesto caso, non sarà possibile concentrare tutto il lavoro in una giornata. Per quanto riguarda il trasporto di oggetti particolarmente impegnativi, come pianoforti o piante molto grandi, i costi in genere vengono conteggiati a parte rispetto al preventivo.

Quanto costa il trasloco

In base alla formula di trasloco scelta, fai-da-te o affidandosi a un’impresa, per orientarsi può essere utile conoscere i costi di alcune voci aggiuntive, considerando però che si tratta solo di prezzi indicativi, che possono variare a preventivo.
Noleggio mezzi
  • Furgone piccolo con operatore 40 euro all’ora
  • Furgone grande con operatore 45 euro all’ora
  • Elevatore per mobile on operatore 55 euro all’ora
Suolo pubblico
  • In base allo spazio occupato dai mezzi e dal tempo impiegato, la spesa può variare da 80 a 150 euro
Lavori speciali
  • Imballo e disimballo di effetti personali da parte dell’impresa per persona 20 euro all’ora
  • Mobili: smontati e rimontati, per ogni persona addetta 20 ero all’ora
  • Cucina: smontata e rimontata, esclusi gli allacciamenti 250 euro
  • Costo aggiuntivo per il trasporto di un pianoforte 250-300 euro
Imballaggi
  • 1 cartone medio per libri, misura 40x30x30 cm 1,80 euro
  • 1 imballo grande per vestiario, misura 50x40x35 cm 2,30 euro
  • 1 cartone abiti per capi appesi con portagrucce 10 euro
Costo per fasce chilometriche
  • 1 fascia fino a 100 km di distanza 180 euro
  • 2 fascia da 100 a 400 km di distanza 500 euro
  • 3 fascia da 400 a 800 km di distanza 850 euro

giovedì 15 maggio 2014

Pulizie Industriali Sassari

“Pulizia Sostenibile”.. Che significato ha questa parola?… quanto si è fatto fino ad oggi nel settore professionale per una pulizia meno aggressiva e più sostenibile per l’ambiente?
Nell’ultimo decennio, i maggiori produttori del settore si stanno impegnando moltissimo su questo tema. L’AFIDAMP (una delle associazione di catergoria), ha istituito un premio, (il CLEAN GREEN AWARD), ai produttori che più si distinguono per ricerca e innovazione sul tema della sostenibilità.
Ma tutto questo che risonanza ha nell’ambiente delle imprese… quanto viene fatto ?… o dovremmo dire, quanto si riesce a fare?
I componenti principali dei detergenti comuni e industriali e degli sbiancanti chimici, hanno una natura tossica, e pertanto possono essere dannosi per l’ambiente.
L’utilizzo di detergenti  BIODEGRADABILI e poco incisivi sull’inquinamento ambientale, è possibile. Pulire sostenibile si può e si deve provare, con un occhio attento alla volontà dei clienti e la fattibilità dei costi.
Fonte: pulizieindustriali.net

 

mercoledì 14 maggio 2014

Sfalcio erba Sassari

Non è una novità, ma si fa bene a ricordarlo, perchè l’erba alta nelle vicinanze dei centri abitati non solo è brutta, ma nasconde vari pericoli per la salute, oltre che trattenere rifiuti d’ogni genere.
È una ordinanza del Sindaco, del gennaio 2009, a regolamentare, nel comune di Marsciano, la corretta manutenzione di aree private di pertinenza degli edifici esistenti, non coltivate o destinate alla edificazione, e poste all’interno del centro abitato di Marsciano e di tutte le frazioni.
Obiettivo di tale regolamentazione è quello di garantire in tali aree il mantenimento di adeguate condizioni di decoro ed igiene attraverso la ripulitura da erbacce e da rifiuti.
 In particolare l’ordinanza prevede il taglio della vegetazione spontanea, con relativa rimozione dello sfalcio, e la rimozione dei rifiuti eventualmente presenti nelle suddette aree.
Per quanto riguarda la vegetazione spontanea sono imposte ai proprietari delle aree interessate almeno tre interventi manutentivi l’anno, uno entro il 30 aprile, uno entro il 20 giugno ed uno entro il 30 settembre.
 Si ricorda ai proprietari che i materiali provenienti dallo sfalcio delle erbe nonché i rifiuti eventualmente rimossi (ferrosi-plastica-ingombranti-ecc.) possono essere conferiti gratuitamente presso le isole ecologiche di Marsciano e Olmeto gestite dalla SIA spa.
Nei prossimi giorni la Polizia Municipale, incaricata di controllare il rispetto della presente ordinanza, inizierà ad effettuare dei controlli sul territorio per garantire il rispetto dell’ordinanza fino ad applicare, laddove si ravvisino inadempienze, le relative sanzioni amministrative così come indicate nell’ordinanza stessa e pari ad euro 150,00.
 

martedì 13 maggio 2014

Logistica Sardegna

La mobilità delle merci è un settore che deve puntare al rinnovamento a favore di un trasporto ecologico. La crisi economica rappresenta però un freno anche se le proiezioni spingerebbero a soluzioni urgenti.
 
È la strada da percorrere la variante che detta regole in merito alle scelte delle aziende, sempre più consapevoli che la voce «trasporto merci» segna un meno pesante nei capitoli economicità e ambiente. Quindi? Quindi fare i conti con la logistica sostenibile è diventata un’esigenza da primato con un 34,8% nelle priorità delle aziende che vogliono proiettarsi nel futuro. Nello stesso tempo, però, la via da seguire per migliorare… le vie da percorrere non è un obiettivo facile da perseguire. La crisi economica (33,7%) e l’eccessiva burocrazia (28,3%) sono i principali ostacoli che distolgono le aziende dagli investimenti in questo settore, tanto che solo 1 azienda su 4 prende in considerazione strategie di mobilità alternativa come l’elettrico per gli spostamenti delle merci. Del resto, la recessione da una parte e la considerazione diffusa delle tematiche sostenibili solo come una leva di marketing piuttosto che come un driver per il profitto dall’altra, rallentano la trasformazione.
 
La fotografia di questa situazione è stata scattata dall’indagine effettuata da Nomisma per Pentapolis, associazione per la responsabilità sociale e lo sviluppo sostenibile, che, insieme ad EcCo! - Ecological Courier, promuove «Ultimo Miglio - Logistica urbana sostenibile» (www.ultimomiglio.org), un progetto presentato in un seminario tenutosi a Roma presso l’assessorato all’Ambiente di Roma Capitale, che ha visto la partecipazione delle più importanti associazioni di categoria. Tutti concentrati sulle politiche ambientali e della mobilità, delineando le soluzioni già messe in atto da alcune amministrazioni pubbliche ed imprese, nella consapevolezza che il sistema dei trasporti è uno dei fattori che più contribuisce alla crescita e alla competitività delle città. L’obiettivo dell’incontro è la nascita di un Osservatorio permanente per arrivare alla redazione di un vero e proprio Manifesto, che incentivi e diffonda le best practices. Solo un elevato livello di attenzione in merito a queste problematiche può veicolare una presa di posizione culturale e politica verso nuove dimensioni di centralità urbana sintetizzabili in: rigenerazione, riqualificazione, efficientamento, valorizzazione.

Le proiezioni della UE spingono al cambiamento

A spingere in questo ambito anche il Libro Bianco 2011 della Commissione Europea sui trasporti che avverte come “lo status quo non è sostenibile”. Se non si identificano nuove politiche su tutti i livelli di governance (dal pubblico al privato, dal locale al sovranazionale), l’attività totale di trasporto è destinata a crescere di pari passo con l’attività economica.
Come? I dati sono allarmanti: per il trasporto merci, rispetto al 2005, le proiezioni indicano un aumento dell’attività di circa il 40% nel 2030 e di poco superiore all’80% entro il 2050. Allo stesso tempo, i costi della congestione, non solo urbana, aumenterebbero di circa il 50% entro il 2050 con una cifra vicina ai 200 miliardi di euro all’anno.
In questo scenario, la quota delle emissioni di inquinanti atmosferici riconducibile ai trasporti continuerebbe ad aumentare, raggiungendo il 38% entro il 2030 e quasi il 50% entro il 2050, rispetto al totale delle emissioni in ambito UE. A causa dell’assenza di politiche incentivanti, l’uso delle energie rinnovabili nei trasporti salirà a un modesto 13% entro il 2050 e la propulsione elettrica non riuscirà ad affermarsi in maniera significativa nel trasporto stradale.
 
Innovazione, qualità e sviluppo di sistemi di trasporto sostenibili devono diventare sempre più parte della nostra cultura, perché solo comprendendone a fondo l’impatto sul quotidiano si potranno raggiungere risultati fondamentali per una conversione ecologica dell’intera economia di settore”, ha dichiarato Massimiliano Pontillo, Presidente di Pentapolis. “Ultimo Miglio vuole promuovere un network dedicato alla ricerca di soluzioni efficienti ed efficaci, in grado di raggiungere elevati e soddisfacenti livelli di servizio, che riducano tutti gli sprechi di risorse per l’industria del trasporto merci. L’obiettivo è quello di stabilire reti complesse ed estese tra diverse entità, riconoscerne i fabbisogni comuni individuando soluzioni intelligenti che portino a un reciproco vantaggio, raggiungendo in tal modo dimensioni e masse critiche sufficienti per accrescere la competitività del sistema e delle imprese ad esso correlate.

lunedì 12 maggio 2014

Traslochi Sardegna

Quando si deve affrontare un trasloco si devono mettere in conto fatica e disagio. Fatica per inscatolare anni di vita vissuta in un luogo e disagio nel dover gestire la quotidianità con pochi oggetti essenziali.
Noi adulti siamo poco reattivi nei confronti dei cambiamenti e pensare di andare a vivere in un altra città o paese può essere destabilizzante, ma se si deve affrontare un trasloco con bambini piccoli la cosa può davvero gettarci nel panico.
Bisogna cercare di essere sereni il più possibile e trasmettere loro sicurezza. In realtà i bambini, soprattutto quelli più piccoli, si adattano facilmente alle situazioni, ma rompere quella che per loro è la routine quotidiana richiede una grande dose di pazienza e calma. Facile da dire, ma quando si ha fretta di sistemare tutta la casa dentro gli scatoloni, perdere la pazienza può capitare.
Non c’è niente di male, ma cerchiamo di riacquistarla velocemente. Cerchiamo di coinvolgere i bambini, se hanno l’età per farlo ovviamente, nelle nostre faccende, magari affidandogli piccoli compiti che li faranno sentire importanti, calcolati e non estranei a quanto sta accadendo.Vedere sparire il loro piccolo mondo, oggetto per oggetto in effetti, potrebbe creare loro qualche problema. Se sono ancora piccoli non capiranno che poi tutti i loro giochini riappariranno “magicamente” davanti ai loro occhi, ma noi proviamo comunque a spiegarglielo, intorno ai due anni i bambini iniziano a comprendere, magari non tutto, ma potranno sentirsi rassicurati.
Se ci girano attorno durante la fase dell’inscatolamento proviamo a non spazientirci, infondo il loro è solo un modo per dire “ehi, ci sono anche io”.
Diamogli qualche carezza e facciamoci aiutare nel riporre gli oggetti più piccoli e non pericolosi negli scatoloni, loro riusciranno a rilassarsi e, probabilmente, anche noi.
In ogni caso meglio evitare di cambiare casa troppo spesso se non strettamente necessario.
 
 

venerdì 9 maggio 2014

Archiviazione documenti Sassari

L’archiviazione sostitutiva dei documenti, anche conosciuta come conservazione sostitutiva è un sistema di procedure informatiche, regolamentate dettagliatamente dalle leggi italiane, in grado di garantire nel tempo la validità legale di un documento informatico.
Per certi casi, l’archiviazione sostitutiva equipara i documenti cartacei a quelli elettronici, riconoscendo ad entrambi la validità legale. La validità legale di un documento informatico è garantita dalla firma digitale e dalla marca temporale, due elementi fondamentali che marcano un documento non più modificabile fissando la data e l’ora esatte della sua creazione.

Secondo la delibera del Cnipa del 19 Febbraio 2004, che illustra le regole tecniche e gli obblighi per la riproduzione e archiviazione di documenti su supporto ottico idoneo a garantire la conformita’ dei documenti agli originali, la archiviazione sostitutiva di documenti informatici ed eventualmente anche della loro impronta (rappresentazione digitale del documento composta da una sequenza di simboli binari di lunghezza fissa) avviene attraverso la memorizzazione in supporti idonei e si esaurisce con l’apposizione del riferimento temporale e della firma digitale da parte del responsabile della conservazione che attesta il corretto svolgimento del processo di archiviazione sostitutiva.

L' archiviazione ottica sostitutiva è uno strumento alternativo all’archiviazione cartacea dei documenti, che permette un enorme risparmio in termini di stoccaggio, costi di stampa e ricerca e avviene attraverso l’utilizzo di software per la gestione documentale. Il risparmio è particolarmente alto per la documentazione che deve essere, a norma di legge, conservata per più anni.
Fonte: w3facile.com
 
 

giovedì 8 maggio 2014

Facchinaggio e logistica

Al congresso nazionale della Filt Cgil sono stati presentati i dati elaborati dall’Istituto Bruno Trentin e dall’Isfort (l’istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti) sul lavoro immigrato nel settore della logistica, un mondo sempre più fiorente in termini di ricavi e di espansione produttiva, ma ormai senza regole, pervaso com’è da un’illegalità diffusa, che ha provocato grosse distorsioni con gravi forme di sfruttamento di lavoratori, in prevalenza stranieri.
In particolare l’Isfort ha ricostruito il sistema produttivo dela logistica degli ultimi 20 anni, con tutte le trasformazioni avvenute nel corso del tempo, con l’avvenuto passaggio dalla grande impresa strutturata alle piccole realtà polverizzate sul territorio. Un modello che vale oggi 100 miliardi di fatturato, pari al 7% del Pil (pari alla spesa sanitaria), che comprende 25mila imprese e oltre un milione di addetti. L’attività preponderante sono i servizi di magazzinaggio, dove si concentrano le cooperative di facchinaggio (per i 75%), ma assai numerose sono anche le imprese di autotrasporto e spedizioni. Un sistema dove l’anello debole della filiera è il lavoro e il difetto principale il costo del lavoro al ribasso. E, come logica conseguenza, proprio il lavoro è sempre meno retribuito e qualificato, mentre cresce il precariato (con punte dell’80% nelle principali realtà del Nord), il ricorso al finto part time (20% in media), dove solo un quarto degli addetti risulta essere a tempo indeterminato.
Un mondo caratterizzato dalla presenza ormai cospicua (40mila unità, equivalenti al 16%) di lavoratori immigrati, oggetto dell’indagine dell’Istituto Bruno Trentin. Le differenze con i colleghi italiani sono sostanziali, in termini di profili professionali, retribuzioni, e purtroppo anche infortuni sul lavoro, logica conseguenza delle attività di movimentazione merci, pesanti e a rischio, che sono costretti a svolgere. Ma un riflesso positivo c’è nel tesseramento Filt, dove gli stranieri sono il 24% degli iscritti, e considerando gli under 35, la presenza degli immigrati ha raggiunto il 50.
Fonte: cgilmodena.it
 
 

mercoledì 7 maggio 2014

Gestione del verde pubblico Sassari

Riportiamo di seguito una interessante riflessione tratta dal sito Lugonotizie.it
Legambiente torna ad intervenire sul tema della tutela del verde pubblico e privato. L'Unione dei Comuni della Bassa Romagna si è infatti dotata da quasi 2 anni di un regolamento del verde che illustra come vanno fatti gli interventi, quali alberi sono tutelati, che tipo di potature sono consentite e in quali periodi, ma queste prescrizioni vengono realmente fatte rispettare? "Il regolamento del verde è un ottimo strumento per tutelare un bene pubblico come il patrimonio arboreo - ha dichiarato Yuri Rambelli, presidente del circolo Legambiente A. Cederna - purtroppo però, come si può constatare semplicemente osservando gli interventi che vengono realizzati, pare poco rispettato: potature sbagliate, "capitozzature", abbattimenti ingiustificato di alberi e più in generale danni all'integrità fisica e allo sviluppo delle piante".
Il regolamento del verde si basa sul principio sancito dalla Costituzione che il valore del paesaggio è tutelato, ma una corretta gestione del verde, oltre a tutelare un bene pubblico, rappresenta un risparmio per le tasche dei cittadini, perché una cattiva gestione del verde si traduce in maggiori costi per via della necessità di interventi ripetuti, fino ad abbattimenti di alberi malati e pericolanti in seguito ad una cattiva manutenzione. Tutelare il verde significa diffondere la cultura del rispetto e della conoscenza del patrimonio naturale, ma purtroppo a volte gli stessi interventi realizzati sul verde pubblico sono molto discutibili.

"Oltre alle sanzioni previste - ha aggiunto Rambelli - crediamo che sia importante fare un'azione di informazione ai cittadini sui vantaggi e le modalità di una corretta gestione del verde, ma soprattutto riteniamo che tale opera di informazione vada estesa anche al personale dei comuni e agli stessi manutentori/giardinieri da questi incaricati. Se infatti è comprensibile che i cittadini non siano a conoscenza delle norme da rispettare, non è altrettanto giustificabile che certi "obbrobri" vengano realizzati in aree pubbliche, come ad esempio alcune potature che abbiamo soprannominato "a palo della luce", perché non hanno lasciato agli alberi nemmeno un rametto".

Per avere un quadro più preciso dell'effettiva attuazione del regolamento del verde, Legambiente ha inoltre chiesto ai Comuni dell'Unione di fornire i dati sulle richieste di abbattimento presentate nel corso del 2013, il numero di alberi reimpiantati e soprattutto le sanzioni comminate per interventi realizzati senza le dovute autorizzazioni. Finora ha risposto solamente il Comune di Bagnacavallo, segnalando in tutto una decina di richieste di autorizzazione ed un'unica sanzione comminata. Un po' poco in confronto alla mole di interventi discutibili realizzati sul territorio. Il rispetto del verde e la necessità che le amministrazioni verifichino le competenze e la conoscenza della normativa da parte di potatori, giardinieri e di tutti i soggetti che effettuano interventi sulle aree pubbliche fanno inoltre parte dei punti fondamentali del programma, consultabile sul sito www.legambientenews.it, che Legambiente ha inviato nei giorni scorsi alle varie forze politiche, liste, candidati che si presentano alle prossime elezioni nella Bassa Romagna.
 
 

martedì 6 maggio 2014

Imballaggio mobili Sassari

Imballare i mobili e fissarli per il trasporto Nei traslochi fai da te è necessario espletare questa incombenza, che sicuramente rappresenta la parte più difficile del trasloco.
Prima di smontare il mobile potrebbe essere necessario fare uno schizzo su un foglio di carta per ricordarsi la posizione di alcuni particolari, annotare anche la posizione esatta di tutte le ante, dei cassetti e dei ripiani: accade spesso che se questi vengono scambiati non vanno più bene. Le viti e la ferramenta devono essere raccolte in scatoline diverse per ogni mobile.
Fra un'anta e l'altra, tra un fianco e l'altro, e comunque tra due parti di mobili che vengono affiancate, interporre una coperta oppure un cartone grande, a meno che le parti non siano perfettamente lisce nel qual caso possono essere messe a contatto direttamente.
In generale, le parti da mettere a contatto sono GREZZO con GREZZO e BELLO con BELLO: ad esempio, un'anta ha la parte che normalmente si vede (bello) che è piuttosto liscia, la parte dove sono montate le cerniere che rimane interna al mobile (grezzo): per mettere sul furgone quattro ante senza danneggiarle faremo così:
  • Appoggiamo il grezzo della prima anta alla parete del furgone senza interporre nulla se il furgone è in legno oppure imbottito, altrimenti mettiamo un pezzo di cartone;
  • Se il bello dell'anta è perfettamente liscio, appoggiamo il bello dell'anta successiva senza frapporre nulla, diversamente mettiamo una coperta o un cartone;
  • Fra il grezzo della seconda anta che ora ci si affaccia e il successivo grezzo, mettiamo un'altra coperta oppure un cartone; potremmo anche non mettere nulla, tuttavia i piccoli movimenti potrebbero fare sì che la cerniera graffi leggermente il grezzo dell'anta alla quale è appoggiata. Il fatto di avere messo grezzo con grezzo fa comunque sì che eventuali graffi causati dalle cerniere rimangano nascosti quando l'anta è montata.
  • Una volta impacchettate tutte le ante o comunque i pezzi lunghi e posti in verticale sul furgone, è necessario legarli con una fune posta all'incirca a metà altezza; il materiale risulta così correttamente imballato.
Nel trasporto i pezzi lunghi devono essere posti in verticale e legati saldamente alla parete del furgone; chi non è esperto tende a coricare tutti i pezzi, con la conseguente perdita di una notevole capacità di carico del furgone. Anche il frigorifero è bene porlo in verticale, in genere non accade nulla anche se lo si pone orizzontale; leggere comunque le avvertenze sull'apparecchio in tal senso.
Se si trasportano pensili o cassettiere completamente montati, avere cura di fissare con il nastro gli sportelli e i cassetti in modo da evitarne l'apertura durante il trasporto.
In generale, avere cura di proteggere con una coperta o un cartone le parti dei mobili visibili e fissarle con una fune durante il trasporto.
Imballaggio e trasporto di motocicli
Solitamente si caricano per ultimi così come sono e vengono protetti con una coperta. Se si tratta di motociclette di un certo valore o con carrozzeria delicata, come ad esempio una moto carenata, occorre riservarle uno spazio adeguato e legarla nei punti più resistenti con alcune cinghie in modo da mantenerla verticale durante il trasporto.
Eventuali bauletti o parabrezza devono essere smontati sia per ragioni d'ingombro che per evitare danneggiamenti; gli specchietti molto sporgenti vanno ripiegati oppure smontati anch'essi, sempre per evitare danneggiamenti.
E' buona norma che il serbatoio sia il più vuoto possibile, questo perché non ci possa essere fuoriuscita di carburante nel caso accidentale di rovesciamento del motoveicolo durante il trasporto.
Trasporto di automobili o autoveicoli in genere
Nel caso si faccia il trasloco da sé, se si posseggono più auto da trasferire a destinazione occorrerà organizzarsi in proprio oppure farsi dare una mano da chi aiuterà ad effettuare il trasloco.
In caso di utilizzo di aziende di traslochi, esporre la questione al momento della richiesta del preventivo: solitamente la squadra di traslocatori è composta da varie persone (mediamente quattro o cinque, a seconda dei casi) e non sarà un problema e neppure un costo elevato affidare a loro il trasporto, dato che tutti devono spostarsi nella nuova abitazione e le persone impiegate per la guida dei mezzi sono un paio.

Fonte: contatore-visite.net/93-imballare-mobili/